Presentazioni ed altre note

 

RECENSIONI

 

Pubblicato da “Italianistica”, rivista di letteratura italiana, anno XXXVII n. 3, settembre-dicembre 2008, Pisa-Roma, Fabrizio Serra Editore, p. 252. Autore prof. Marcello Ciccuto dell’Università di Pisa.

 

Da  www.Balarm.it   17/07/2006

 

La Sicilia e i suoi personaggi tratteggiati da Bencivinni
di ANTONIO CASTIGLIA

 

Antonino Bencivinni, insegnante e giornalista pubblicista, a quanto ci è dato sapere non si cimenta nell'arte pittorica, eppure le sue interviste tratteggiano a tinte chiare e decise i personaggi di cui via via si occupa. Nel piccolo volumetto "I miei volti della Sicilia" di sole 64 pagine, edito da Armando Editore e venduto alla accessibile cifra di otto euro, sono raccolti i suoi dialoghi con tredici siciliani doc. I pezzi sono stati scritti per la quasi omonima rubrica "I volti della Sicilia" che Bencivinni ha curato per Repubblica dal 2002 al 2004 (solo uno è inedito) e presentano uno stile asciutto e sintetico come deve essere quello di un giornalista. L'abilità dell'autore nel mettere in evidenza i tratti più caratterizzanti della vita e della personalità dei suoi interlocutori, conferisce quindi a questi scritti una notevole densità, ne risultano così delle brevi, agili ed intense biografie: Lorenzo Barbera, una vita la cui parola d'ordine è stata Amore; Antonino Buttitta, insostituibile "Servo di scena" per la vita culturale siciliana; Ludovico Corrao, "uomo in cammino" attento a lasciare sempre aperte sul mondo le finestre della sua anima; Vito Piazza, che frequentava Quasimodo del quale parlava con Cesare Musatti, avendo appreso da Rocco Chinnici il senso dello Stato; Benedetto Amari, ambasciatore d'Italia in mezzo mondo che solo nella natìa Partanna ritrova il suo centro di gravità permanente; Vincenzo Tusa, geniale e cocciuto archeologo che ebbe il coraggio di assumere dei tombaroli ed espropriare terreni senza curarsi di chi ne fosse proprietario; Ferdinando Sciana, fotografo – come Guttuso Baharioto e non Bagherese – che portò il suo sguardo in giro per il mondo; Sasà Salvaggio, che sembra essere più fiero del suo "Sicilani brava gente" che dei successi con "Striscia". E ancora, Giuseppe Basile, restauratore di fama internazionale, castelvetranese doc, preciso, puntuale e rigoroso nel suo lavoro da far invidia agli stranieri; Salvatore Lo Bue, sacerdote di frontiera abituato ad affrontare a viso aperto e testa alta qualunque avversità, ad onta dei "problemi alla spina dorsale"; Vito Bellafiore, da calzolaio ad infermiere a senatore con il belice e le sue problematiche sempre ben impressi nella mente e nel cuore; Gaspare Falsitta, giurista appassionato di cinema e accanito oppositore del tremontismo; Teresa Gentile, pronipote di Giovanni Gentile, cattolica, deputato regionale del Pci tra il '76 e l' '86, una vita dedicata ai più deboli. Tredici rappresentati di una classe medio-borghese nata a volte da umilissime origini, a volte dalla più illustre intellighentia dell'isola.  Esponenti di una classe sociale discreta, onesta, legata alla propria terra e al proprio lavoro, del quale fa strumento di realizzazione personale indentificadolo con l'impegno nel sociale. Questi i personaggi del volume di Bencivinni e di mezzo secolo di storia siciliana.

 

 

Pubblicato dal quotidiano “La Repubblica” di Palermo, 30 maggio 2006, p. XIV

 

INTERVISTE

 

Isolani di tempra

 

Cosa hanno in comune i personaggi che Bencivinni incontra tra il 2002 e il 2004. tracciandone un quadro di insieme in ognuno dei brevi capitoli di cui si compone I miei volti della Sicilia, già pubblicati su “Repubblica”? Ovviamente l’essere siciliani, e ciascuno in modo differente. Ma vi è in fondo un denominatore comune tra il baharioto Scianna ed il compaesano Buttitta, tra l’elegante Amari e l’impegnato don Lo Bue; un sentimento, certo non esibito ma neanche mai nascosto, di profondo affetto, quasi di riconoscenza verso la propria terra, vista come luogo di degrado e dai mille irrisolti problemi, ma da cui comunque è impossibile prescindere e della quale si porterà sempre dentro l’indelebile marchio. Colpiscono le parole di Barbera: “La luce e il sole siciliano sono come l’aria della cui importanza, quando si respira liberamente, neanche ci si accorge”. Insomma, un modo di essere siciliani che è insieme nobile e profondo. Un libro che vuole essere un tributo a uomini che con il loro agire hanno dato lustro alla loro Sicilia.(Massimiliano Mineo).

 

Pubblicato dal quotidiano “La Sicilia”, 30 maggio 2006, p. 30

 

SCAFFALE

 

Tredici ritratti di siciliani

 

Tredici "ritratti". Tredici interviste ad altrettanti protagonisti della politica, della società e della cultura isolana, compongono "I miei volti della Sicilia" (64 pagine, euro 8,00), del giornalista e saggista Antonino Bencivinni, pubblicato dalla Armando Editore. Un volume snello, ma ricco di storie, di vicende personali che si intrecciano con quelle collettive dell’isola. C’è la storia del "re di Gibellina", Ludovico Corrao, e ci sono, tra le altre, quelle del sociologo Lorenzo Barbera, dell’antropologo Antonino Buttitta, dell’archeologo Vincenzo Tusa, del fotografo Ferdinando Scianna, del teorico del restauro Giuseppe Basile, di Vito Bellafiore (il sindaco di Santa Ninfa che da calzolaio divenne senatore). Si tratta degli articoli che l’autore pubblicò, tra il 2002 e il 2004, nella rubrica domenicale "I volti della Sicilia", ospitata nell’edizione siciliana del quotidiano "La Repubblica", ora radunati in volume. Ciò che ne viene fuori è una curiosa e variopinta galleria di tipi e personaggi, "messi a fuoco" con lo spirito osservatore dell’antropologoprima ancora che con quello indagatore del giornalista. (Vincenzo Di Stefano).

 

 

 

Da  www.controcorrenteonline.it  (articoli di aprile 2006)

 

I miei volti della Sicilia

 

E’ in questi giorni in libreria per le Edizioni Armando di Roma il libro “I miei volti della Sicilia” scritto dal prof. Antonino Bencivinni, docente di Filosofia e Storia al Liceo Classico “G. Pantaleo” di Castelvetrano e giornalista, collaboratore dei quotidiani “la Sicilia” e “La Repubblica”, oltre che direttore responsabile del mensile “Hermes” ed autore di numerosi altri saggi. Il volume raccoglie gli articoli pubblicati dall’autore, tra il 2002 ed il 2004, sulla rubrica domenicale “Volti della Sicilia” del quotidiano “La Repubblica”. I personaggi oggetto degli articoli sono Antonino Buttitta, Lorenzo Barbera, Ludovico Corrao, Ferdinando Scianna, Sasà Salvaggio, Vito Piazza, Vito Bellafiore, Benedetto Amari, Vincenzo Tusa, Giuseppe Basile, Salvatore Lo Bue, Gaspare Falsitta, Teresa Gentile e Pierluigi Pirandello. “L’autore – si legge nella quarta pagina di copertina del volume - presenta una curiosa galleria di ritratti ‘dipinti’ attraverso l’occhio del giornalista-antropologo che riesce a cogliere, anche attraverso piccoli gesti, i tratti distintivi della personalità di ognuno”. Nel 2004 Bencivinni ha pubblicato per le stesse Edizioni di Armando il volume “Don Milani, esperienza educativa, lingua cultura e politica” che attualmente è presente nelle migliori biblioteche italiane ed in numerose biblioteche straniere.

 

 

 Da www.giornalehermes.it  (numero di aprile 2006, p. 19)

 

  

Quei “volti” di Sicilia

 

IL LIBRO. Nell’opera di Bencivinni tredici “ritratti” di altrettanti protagonisti della politica e della cultura isolana

 

Tredici «ritratti». Tredici interviste ad altrettanti protagonisti della politica, della società e della cultura isolana, compongono «I miei volti della Sicilia», l’ultimo libro del giornalista e saggista Antonino Bencivinni, pubblicato, nella collana «Scaffale aperto», dalla Armando Editore. Un volume snello ma ricco di storie, di vicende personali che si intrecciano con quelle generali dell'isola. Quella del «re di Gibellina», Ludovico Corrao, quella del sociologo «antisoprusi» Lorenzo Barbera, dell’antropologo Antonino Buttitta (il «dongiovanni della cultura»), dell’archeologo Vincenzo Tusa (colui che «perdonò i tombaroli»), del fotografo Ferdinando Scianna, di Salvatore Lo Bue (il sacerdote con il compito di «far innamorare della vita»), del teorico del restauro Giuseppe Basile («l’uomo che occupava le chiese per salvarle dall’abbandono»), del cabarettista Sasà Salvaggio, dell’ispettore ministeriale Vito Piazza, dell’ambasciatore italiano in India Benedetto Amari, del tributarista Gaspare Falsitta, di Vito Bellafiore (il sindaco di Santa Ninfa che da calzolaio divenne senatore), e di Teresa Gentile (la donna che osò «sfidare educazione repressiva e tradizione»). Si tratta degli articoli che l’autore pubblicò, tra il 2002 e il 2004, nella rubrica domenicale ospitata nell’edizione siciliana del quotidiano «La Repubblica». Ai «volti» siciliani è aggiunto quello di Pierluigi Pirandello, nipote del drammaturgo agrigentino, che «pur non potendo trovare posto nella rubrica – come spiega Bencivinni - non essendo siciliano di nascita, si può considerare siciliano d’adozione». Ne viene fuori una curiosa galleria di tipi e personaggi, «messi a fuoco» con lo spirito indagatore dell’antropologo prima che del giornalista. (Vincenzo Di Stefano).

 

   

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