Pubblicato da “Italianistica”, rivista di letteratura italiana, anno XXXVII n. 3, settembre-dicembre 2008, Pisa-Roma, Fabrizio Serra Editore, p. 252. Autore prof. Marcello Ciccuto dell’Università di Pisa.
La Sicilia e i suoi personaggi tratteggiati da
Bencivinni
di ANTONIO CASTIGLIA
Antonino Bencivinni, insegnante e giornalista pubblicista, a quanto ci è
dato sapere non si cimenta nell'arte pittorica, eppure le sue interviste
tratteggiano a tinte chiare e decise i personaggi di cui via via si occupa. Nel
piccolo volumetto "I miei volti della Sicilia" di sole 64 pagine, edito da Armando Editore e venduto alla accessibile
cifra di otto euro, sono raccolti i suoi dialoghi con tredici siciliani doc. I
pezzi sono stati scritti per la quasi omonima rubrica "I volti della
Sicilia" che Bencivinni ha curato per Repubblica dal 2002 al 2004 (solo
uno è inedito) e presentano uno stile asciutto e sintetico come deve essere
quello di un giornalista. L'abilità dell'autore nel mettere in evidenza i tratti
più caratterizzanti della vita e della personalità dei suoi interlocutori,
conferisce quindi a questi scritti una notevole densità, ne risultano così
delle brevi, agili ed intense biografie: Lorenzo Barbera, una vita la cui
parola d'ordine è stata Amore; Antonino Buttitta, insostituibile "Servo di
scena" per la vita culturale siciliana; Ludovico Corrao, "uomo in
cammino" attento a lasciare sempre aperte sul mondo le finestre della sua
anima; Vito Piazza, che frequentava Quasimodo del quale parlava con Cesare
Musatti, avendo appreso da Rocco Chinnici il senso dello Stato; Benedetto
Amari, ambasciatore d'Italia in mezzo mondo che solo nella natìa Partanna
ritrova il suo centro di gravità permanente; Vincenzo Tusa, geniale e cocciuto
archeologo che ebbe il coraggio di assumere dei tombaroli ed espropriare
terreni senza curarsi di chi ne fosse proprietario; Ferdinando Sciana,
fotografo – come Guttuso Baharioto e non Bagherese – che portò il suo sguardo
in giro per il mondo; Sasà Salvaggio, che sembra essere più fiero del suo
"Sicilani brava gente" che dei successi con "Striscia". E ancora, Giuseppe Basile, restauratore di fama internazionale,
castelvetranese doc, preciso, puntuale e rigoroso nel suo lavoro da far invidia
agli stranieri; Salvatore Lo Bue, sacerdote di frontiera abituato ad affrontare
a viso aperto e testa alta qualunque avversità, ad onta dei "problemi alla
spina dorsale"; Vito Bellafiore, da calzolaio ad infermiere a senatore con
il belice e le sue problematiche sempre ben impressi nella mente e nel cuore; Gaspare
Falsitta, giurista appassionato di cinema e accanito oppositore del
tremontismo; Teresa Gentile, pronipote di Giovanni Gentile, cattolica, deputato
regionale del Pci tra il '76 e l' '86, una vita dedicata ai più deboli. Tredici
rappresentati di una classe medio-borghese nata a volte da umilissime origini,
a volte dalla più illustre intellighentia dell'isola. Esponenti di una classe sociale
discreta, onesta, legata alla propria terra e al proprio lavoro, del quale fa
strumento di realizzazione personale indentificadolo con l'impegno nel sociale.
Questi i personaggi del volume di Bencivinni e di mezzo secolo di storia
siciliana.
INTERVISTE
Cosa hanno in comune i personaggi
che Bencivinni incontra tra il 2002 e il 2004. tracciandone un quadro di
insieme in ognuno dei brevi capitoli di cui si compone I miei volti della
Sicilia, già pubblicati su “Repubblica”? Ovviamente l’essere siciliani, e
ciascuno in modo differente. Ma vi è in fondo un denominatore comune tra il
baharioto Scianna ed il compaesano Buttitta, tra l’elegante Amari e l’impegnato
don Lo Bue; un sentimento, certo non esibito ma neanche mai nascosto, di
profondo affetto, quasi di riconoscenza verso la propria terra, vista come
luogo di degrado e dai mille irrisolti problemi, ma da cui comunque è
impossibile prescindere e della quale si porterà sempre dentro l’indelebile
marchio. Colpiscono le parole di Barbera: “La luce e il sole siciliano sono
come l’aria della cui importanza, quando si respira liberamente, neanche ci si
accorge”. Insomma, un modo di essere siciliani che è insieme nobile e profondo.
Un libro che vuole essere un tributo a uomini che con il loro agire hanno dato
lustro alla loro Sicilia.(Massimiliano Mineo).
Tredici "ritratti". Tredici
interviste ad altrettanti protagonisti della politica, della società e della
cultura isolana, compongono "I miei volti della Sicilia" (64 pagine,
euro 8,00), del giornalista e saggista Antonino Bencivinni, pubblicato dalla
Armando Editore. Un volume snello, ma ricco di storie, di vicende personali che
si intrecciano con quelle collettive dell’isola. C’è la storia del "re di
Gibellina", Ludovico Corrao, e ci sono, tra le altre, quelle del sociologo
Lorenzo Barbera, dell’antropologo Antonino Buttitta, dell’archeologo Vincenzo
Tusa, del fotografo Ferdinando Scianna, del teorico del restauro Giuseppe
Basile, di Vito Bellafiore (il sindaco di Santa Ninfa che da calzolaio divenne
senatore). Si tratta degli articoli che l’autore pubblicò, tra il 2002 e il
2004, nella rubrica domenicale "I volti della Sicilia", ospitata
nell’edizione siciliana del quotidiano "La Repubblica", ora radunati
in volume. Ciò che ne viene fuori è una curiosa e variopinta galleria di tipi e
personaggi, "messi a fuoco" con lo spirito osservatore
dell’antropologoprima ancora che con quello indagatore del giornalista. (Vincenzo Di Stefano).
Da www.controcorrenteonline.it (articoli di aprile 2006)
I miei volti della Sicilia
E’ in questi giorni in libreria per le Edizioni Armando
di Roma il libro “I miei volti della Sicilia” scritto dal prof. Antonino
Bencivinni, docente di Filosofia e Storia al Liceo Classico “G. Pantaleo” di
Castelvetrano e giornalista, collaboratore dei quotidiani “la Sicilia” e “La
Repubblica”, oltre che direttore responsabile del mensile “Hermes” ed autore di
numerosi altri saggi. Il volume raccoglie gli articoli pubblicati dall’autore,
tra il 2002 ed il 2004, sulla rubrica domenicale “Volti della Sicilia” del
quotidiano “La Repubblica”. I personaggi oggetto degli articoli sono Antonino
Buttitta, Lorenzo Barbera, Ludovico Corrao, Ferdinando Scianna, Sasà Salvaggio,
Vito Piazza, Vito Bellafiore, Benedetto Amari, Vincenzo Tusa, Giuseppe Basile,
Salvatore Lo Bue, Gaspare Falsitta, Teresa Gentile e Pierluigi Pirandello.
“L’autore – si legge nella quarta pagina di copertina del volume - presenta una
curiosa galleria di ritratti ‘dipinti’ attraverso l’occhio del
giornalista-antropologo che riesce a cogliere, anche attraverso piccoli gesti,
i tratti distintivi della personalità di ognuno”. Nel 2004 Bencivinni ha
pubblicato per le stesse Edizioni di Armando il volume “Don Milani, esperienza
educativa, lingua cultura e politica” che attualmente è presente nelle migliori
biblioteche italiane ed in numerose biblioteche straniere.
Da www.giornalehermes.it (numero di
aprile 2006, p. 19)
IL LIBRO. Nell’opera di
Bencivinni tredici “ritratti” di altrettanti protagonisti della politica e
della cultura isolana
Tredici «ritratti». Tredici
interviste ad altrettanti protagonisti della politica, della società e della
cultura isolana, compongono «I miei volti della Sicilia», l’ultimo libro del
giornalista e saggista Antonino Bencivinni, pubblicato, nella collana «Scaffale
aperto», dalla Armando Editore. Un volume snello ma ricco di storie, di vicende
personali che si intrecciano con quelle generali dell'isola. Quella del «re di
Gibellina», Ludovico Corrao, quella del sociologo «antisoprusi» Lorenzo
Barbera, dell’antropologo Antonino Buttitta (il «dongiovanni della cultura»),
dell’archeologo Vincenzo Tusa (colui che «perdonò i tombaroli»), del fotografo
Ferdinando Scianna, di Salvatore Lo Bue (il sacerdote con il compito di «far
innamorare della vita»), del teorico del restauro Giuseppe Basile («l’uomo che
occupava le chiese per salvarle dall’abbandono»), del cabarettista Sasà
Salvaggio, dell’ispettore ministeriale Vito Piazza, dell’ambasciatore italiano
in India Benedetto Amari, del tributarista Gaspare Falsitta, di Vito Bellafiore
(il sindaco di Santa Ninfa che da calzolaio divenne senatore), e di Teresa
Gentile (la donna che osò «sfidare educazione repressiva e tradizione»). Si
tratta degli articoli che l’autore pubblicò, tra il 2002 e il 2004, nella
rubrica domenicale ospitata nell’edizione siciliana del quotidiano «La
Repubblica». Ai «volti» siciliani è aggiunto quello di Pierluigi Pirandello,
nipote del drammaturgo agrigentino, che «pur non potendo trovare posto nella
rubrica – come spiega Bencivinni - non essendo siciliano di nascita, si può
considerare siciliano d’adozione». Ne viene fuori una curiosa galleria di tipi
e personaggi, «messi a fuoco» con lo spirito indagatore dell’antropologo prima
che del giornalista. (Vincenzo Di Stefano).